
Questo noto slogan femminista afferma il diritto delle donne di controllare il proprio corpo e la propria sessualità, inclusa la decisione di avere o meno dei figli ed di amarsi così come si è.
Questo messaggio, lanciato dai movimenti femministi negli anni ‘70, provocò enorme scalpore perché sfidava i poteri dominanti maschili dell’epoca.
A questo movimento aderirono celebri cantanti, tra cui Loredana Berté, che fece dello slogan uno stile di vita, andando sempre contro corrente, provocando la società con il suo modo di fare e con il suo essere non convenzionale. Le sue vicissitudini, i suoi amori sbagliati e tossici, la perdita dell’amata sorella Mimì, hanno reso Loredana più fragile, ma non per questo meno determinata.

L’anno scorso a Sanremo 2024 l’artista ha presentato una canzone particolare: “Pazza”. Il suo messaggio è carico di significato e arriva al cuore di tutti; finalmente, dopo anni, è riuscita ad amarsi e ad accettarsi, e con quel “pazza di me” sentiamo la sua voce. In più occasioni la cantante ha partecipato al Festival di Sanremo e vinto il Festivalbar con la canzone “Non sono una signora” che l’hanno poi portata ad essere quella che è oggi.
Nel 1986, per la prima volta, debuttò a Sanremo con la canzone “Re”, che fece scandalo, ma non per il testo o la canzone in sé, ma per il suo look con cui si era presentata sul palco: un vestito con un vistoso pancione da ottavo mese di gravidanza. Loredana Bertè aveva scelto di portare sul palco la maternità abbinandola alla trasgressione, disse: “Volevo dimostrare che una donna quando è incinta non è malata, ma è ancora più forte”.
Nei suoi testi ci sentiamo un po’ tutte “Loredana”, dove cerchiamo di emergere e stravolgere la società in cui viviamo, perciò cercare di non annullarsi o mettersi da parte per far stare meglio gli altri o il proprio compagno. Potremmo così considerare l’artista la “mamma di tutte”, in quanto ha influenzato un’epoca di giovani cantanti tra cui Elodie, che troveremo quest’anno a Sanremo.

Una canzone celebre è “Andromeda”; il titolo rappresenta il mito di Andromeda, una giovane che deve sacrificarsi e perdere la libertà per le colpe altrui. Mahmood ed Elodie descrivono un amore finito, caratterizzato da sentimenti di colpa e incertezze che mostrano i limiti del legame di coppia. In questa relazione difficile, emerge il desiderio, di lei, di ribellarsi a questo destino che la vede piegarsi al volere di un uomo. La frase “Non sai cosa dire se litighiamo è la fine” è il vero fulcro del brano in cui l’impossibilità di comunicare è il motivo che scatena le incomprensioni che animano la coppia.
Elodie incarna un ideale di donna libera che esprime, sia con il corpo sia con le parole, i valori che la caratterizzano e che l’hanno portata al successo di adesso. Troviamo il messaggio che vuole trasmettere a tutte le donne nel suo monologo alla trasmissione le Iene, di qualche anno fa, dove afferma “ Non voglio essere difesa, voglio essere capita. / Non voglio essere giudicata, voglio essere ascoltata perché sono orgogliosa di ciò che sono…”.

Due donne di epoche diverse, con gli stessi ideali di libertà ed emancipazione femminile, da prendere come esempio, per spronarci a dire: “voglio amarmi di più”.
Silvia Silvestri