
Quest’anno sul palco di Sanremo vedremo cantanti che hanno fatto la storia del Festival come Massimo Ranieri, Giorgia e i Modà, ma non solo! Carlo Conti ha infatti annunciato la partecipazione di artisti anche appartenenti alla scena rap di oggi, come ad esempio Willie Peyote, Rose Villain, Achille Lauro, Rkomi, Bresh, Rocco Hunt e molti altri che con i loro album riempiono le nostre playlist di emozioni.
La presenza del genere hip hop al Festival ha avvicinato le nuove generazioni al grande evento e ha conquistato una posizione di rilievo tra i big della musica italiana, abbattendo pregiudizi e stereotipi. Purtroppo non sempre i brani di questi cantanti rispecchiano le nostre aspettative: sembra quasi che i rapper cambino la loro personalità, portando pezzi più pop, dance e quindi più commerciali per scalare la classifica, cosa che non accadeva in passato (basti pensare ai tempi in cui Caparezza e Clementino parteciparono alla gara ma non ebbero molta fortuna).
A febbraio troveremo chi ha mantenuto il proprio dna radiofonico come Fedez e chi ha percorso strade diverse, cantando a piena voce come mai prima d’ora e sbaragliando ogni previsione. Uno tra questi è il noto Tony Effe con il brano Damme ‘na mano. Quest’ultimo è stato il più colpito dalla critica per i testi dei suoi brani che sembrano incitare alla violenza e all’uso di droghe, uno dei motivi per cui Tony è stato anche escluso dal concerto di Capodanno che si è svolto a Roma il mese scorso. Sarà forse per questo che il cantante ha deciso di cambiare totalmente genere in occasione di Sanremo?

Il rap è nato nei ghetti americani quasi 50 anni fa come modo per esprimere la voglia di rivalsa, per denunciare le difficili condizioni delle minoranze nere e per trasmettere messaggi forti. In occasione di salire sul palco dell’Ariston qualcuno ha deciso di fargli omaggio, cercando di difendere queste sue radici, ovvero Shablo assieme a Gué, Joshua e Tormento con il brano La mia parola. Mentre alcuni cercano in altri generi la propria identità, i cosiddetti <<fantastici 4>> sembrano dirci che l’hip hop non ha bisogno di compromessi per rimanere potente.

Se il genere urban ha conquistato il palco, non è solo merito della sua potenza, ma anche di una nuova visione del Festival, sempre più attento alle tendenze musicali del momento. Sanremo è sempre stato un riflesso del nostro tempo e oggi, più che mai, è il tempo del rap.
Alessia Cola