Le ultime news di Sanremo ci hanno svelato che il 14 Febbraio, giornata dell’Amore ma anche attesissima serata dei duetti, Francesca Michielin e Malika Ayane canteranno “Non mi avete fatto niente” di Ermal Meta e Fabrizio Moro.
In un clima di guerre e conflitti come quello di oggi l’inno alla pace e alla non violenza del duo Fabrizio Moro ed Ermal Meta calza a pennello. “Non mi avete fatto niente”, canzone vincitrice del Festival di Sanremo del 2018, tocca un argomento molto delicato: gli attentati terroristici. È ispirata principalmente all’attentato avvenuto a Manchester nel 2017, durante il concerto della cantante statunitense Ariana Grande. Il brano contiene anche molti riferimenti ad altri attentati verificatisi negli ultimi anni al Cairo, Barcellona, Parigi, Londra e Nizza e ci sono cenni alla tragedia delle Torri Gemelle e ai muri alzati tra vari stati per impedire il passaggio ai migranti, come si nota nel testo: “Cadranno i grattacieli e le metropolitane, i muri di contrasto alzati per il pane”.
Il titolo e il ritornello, poi, rimandano ad una lettera scritta da Antoine Leiris, un uomo che perse in modo tragico sua moglie, la madre di suo figlio, per mano dei terroristi; egli decide di non serbare odio nei confronti dei crudeli assassini e si rivolge a loro così: “Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete.”
Moro e Meta hanno scritto questa canzone cercando di esprimere la paura delle persone di perdere da un momento all’altro la propria vita o quella dei propri cari. Usano parole profonde, evocative ed emozionanti: il mondo è visto come un corpo enorme “ferito nei suoi organi dall’Asia all’Inghilterra” da un male che l’ha afflitto in maniera diffusa e che purtroppo lo colpisce ancora oggi, come abbiamo visto ultimamente a New Orleans e ai mercatini di Natale di Magdeburgo.
Questo brano non deve però farci pensare soltanto al tema della religione, che certamente è fondamentale, ma deve essere esteso a un concetto più ampio di libertà, basti pensare ai contrasti tra diverse etnie, alle discriminazioni che riguardano gli orientamenti sessuali e al trattamento che alcuni paesi riservano alle donne. Queste ultime, infatti, non possono esprimere liberamente il loro pensiero, la loro voce e nemmeno vestirsi come vogliono, vincolate da usanze arcaiche con sistemi patriarcali.
Chi ascolta viene coinvolto emotivamente, soprattutto dall’immagine del mondo che “si rialza con il sorriso di un bambino”, un monito d’augurio affinché un giorno possa trionfare una pace duratura, dove non vi sono violenze e discriminazioni. C’è tuttavia la consapevolezza “che tutto più non torna; la felicità volava come vola via una bolla” e alla fine, giunge così una nota di tristezza, poiché difficilmente l’intera umanità raggiunge periodi di completa felicità, senza guerre, abusi e sofferenze e, quando ci sono, si rivelano essere fragili e precari com’è una bolla che vola lontana nel cielo.
Ilaria Rossi